Le origini ontologiche dell’armatura carattero-muscolare affondano le propri radici nel periodo infantile. In essa sono racchiuse modalità cristallizzate di comportamento disfunzionale, strutturatesi nel corso del processo evolutivo del singolo individuo; è l’espressione del nostro modo
di interagire nel mondo.
E’ la modalità con cui il nostro organismo si è organizzato nel corso del
tempo per far fronte agli eventi stressanti (traumi); è la miglior risposta possibile dell’organismo dinnanzi ad una situazione frustrante, minacciante da parte dell’ambiente circostante.
Essa rappresenta l’interruzione della naturale spontaneità, vitalità dell’organismo; una modalità per non sentire il corpo e le emozioni in esso racchiuse (il corpo è rigido, contratto, privo di contatto affettivo e di energia vitale; Rwich parla di (rigor mortis). Abbiamo infatti dovuto erigere la nostra armatura nel corso dell’infanzia per adattarci e modellarci a quelle che erano le esigenzedell’ambiente esterno (famiglia, scuola, lavoro e così via) rinunciando a parti di noi stessi, al nostro
principio di autoregolazione.
L’armatura si manifesta nell’individuo sotto forma di tensioni
psicosomatiche croniche (blocchi – Corazza muscolare: sistema di blocchi costituitosi a livello fisico – Corazza caratteriale: sistema di blocchi strutturatosi a livello psichico). A livello psicocorporeo
la tensione sta ad indicarci l’esistenza di un conflitto un conflitto tra la piena espressione di sé, che l’organismo ha dovuto reprimere nel corso della sua vita per sopravvivere agli eventi stressanti, e la messa in atto di un compromesso per adattarsi a ciò che l’ambiente ci ha richiesto
e tutt’ora ci richiede. L’armatura esprime dunque le nostre fissazioni (sai a livello conscio che sopratutto inconscio), la nostra visione cristallizzata di noi stessi e del mondo.
L’armatura interrompe il libero fluire energetico (piacere-amore-apertura vs paura-chiusura) dell’organismo (W. Reich parla dello strutturarsi, nel corso del processo evolutivo, di sette segmenti del corpo: oculare, orale, cervicale, toracico, diaframmatico, addominale, pelvico) ostacolando o giungendo ad interrompere lo scambio di informazioni tra l’ambiente interno e quello esterno. Un corpo privo di tensioni è un corpo dove l’energia potrà fluire liberamente senza ostacoli.
A cura di Marta Pozzi
bibliografia di riferimento Wilhelm Reich Bambini del futuro, SugarCo Edizioni, Como, 1994. Silja Wendelstadt, La spiritualità del contatto, pubblicato su Anima e Corpo n°6.
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